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Leggero ma senza compromessi: PC Linux OS

sabato, novembre 28, 2009

Facendo pulizia nella mia stanza/studio/ufficio/salaprove stavo per gettare nella spazzatura un bel po’ di materiale che invece si è rivelato essere utile. Per prima cosa ho trovato una scheda madre polverosa con sopra un Intel Pentium III… mi sono detto “che tuffo nella preistoria”. Poi pesco un HD Western Digital da 20GB… poi spunta fuori un alimentatore mezzo spaccato e senza ventola da 250W ma miracolosamente funzionante… e ancora una RAM da 256Mb 133Mhz e infine una scheda video PCI di non so quale casa produttrice sconosciuta! Mi sono detto “cavoli! questo è un PC pronto da assemblare!!!”.

Mi sono messo all’opera e ho assemblato il tutto in un vecchio box di legno per subwoofer che avevo in garage… giusto per dargli una forma. A questo punto già ci vedevo schiaffata sopra una DSL (Damn Small Linux), bella veloce, scarna e dotata di una reattività che sarebbe utopia su un sistema del genere. Ma qualcosa non mi convinceva… troppi compromessi, poca intuitività. Del resto sono cose che affermano il team di sviluppo stesso: “poco consigliata a chi cerca un sistema intuitivo e facile da configurare”. Quindi il via alla ricerca.

Non dico di non averla mai conosciuta, ma ci passavo sempre sopra senza nemmeno accorgermi di lei. Proprio come accade al liceo quando la ragazza più bella che hai mai visto non ti degna nemmeno di uno sguardo… si dico a te. Si proprio tu nerd brufoloso XD.

PC Linux OS… precisamente con LXDE… favoloso! Non mi sarei mai aspettato tanta versatilità e semplicità. Mi pento di non averla mai provata prima. L’installazione è facilissima e il parco software standard è già fornitissimo e inoltre accoppiato con apt-get potremo avere qualsiasi programma desideriamo! La leggerezza e la reattività sono i punti forti di questa distribuzione, almeno nella versione che ho provato io con LXDE… di certo su un sistema come quello sopra descritto non potevo pretendere di farci girare senza bestemmie un DE come GNOME o KDE.

Sono presenti Midori come browser predefinito, davvero leggero e veloce nella navigazione… nulla da invidiare a Firefox, comprese le tab. E’ già presente emesene e XChat per soddisfare qualsiasi esigenza di instant messaging. Abiword svolge alla grande il suo ruolo di write editor… non vi svelo altro e vi invito a provarla anche nelle altre versioni e magari mi dite cosa ne pensate!

Saluti.

Jaunty versus Karmic

domenica, Maggio 24, 2009

La prima alpha release di Ubuntu 9.10 Karmic Koala è stata rilasciata qualche giorno fa. Ovviamente ancora non comprende tutte le nuove features promesse, come Plymouth (già visto da parecchio in Fedora), ma nonostante tutto sono presenti parecchi nuovi pacchetti. I più promettenti e importanti sono il nuovo kernel Linux 2.6.30 e il nuovo compilatore GCC 4.4.1, assieme ad altre features presenti in mamma Debian come GNOME 2.27. Qui sono state testate e comparate con la 9.04, le performace dell’alpha1 di Ubuntu 9.10 ed è sorprendete vedere già da ora come le prestazioni siano tanto superiori.

Canonical lancia il servizio Ubuntu One

venerdì, Maggio 15, 2009
Canonical ha avviato la fase di testing di Ubuntu One, servizio di storage online per l’archiviazione, la condivisione e la sincronizzazione dei dati.

Ubuntu One è disponibile in due versioni:

  • gratuita, con 2 GB di spazio;
  • a pagamento, con 10 GB per 10$ al mese.

La gestione dello spazio in rete avviene attraverso una interfaccia web o mediante una applicazione-client installata sul proprio computer. È richiesto Ubuntu 9.04 o una release successiva.

Il servizio non è ancora accessibile liberamente, ma occorre iscriversi al sito Ubuntu One e aspettare di ricevere un invito

Fonte: ubuntu-it.org

Secondo molti, ancora inutile… ma secondo me è una notizia grandiosa! Canonical ha presentato Ubuntu One che consente di effettuare la sincronizzazione e il backup di dati con un server online e replicarlo su altrettanti computer in cui avete installato l’applicazione. Avete a disposizione 2 GB di spazio online gratuito (10 GB a pagamento) per replicare i vostri documenti su uno spazio online e vederli apparire, automaticamente, su tutti i vostri computer in cui è presente Ubuntu One. Ovviamente è ancora in beta, quindi sono presenti tantissimi bugs, e la cosa che più mi secca forse è la sola compatibilità con la nuova versione di Ubuntu, Jaunty Jackalope 9.04 appunto (per non contare il fatto che il progetto per ora è open source solo lato client e non lato server).
Per ora continuo ad usare mediafire che trovo più che sufficiente per le mie esigenze… rapido, semplice e senza fronzoli, ma sono fiducioso in questo nuovo progetto da parte della Canonical.

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Splashy: personalizziamo il BootSplash!

mercoledì, Maggio 13, 2009

ubuntu_bootPer chi non lo sapesse, il BootSplash non è altro che la barra di caricamento che vediamo all’avvio di Ubuntu. Questa non fa altro che nasconderci la procedura di boot che visualizza tutto ciò che viene caricato all’avvio del sistema operativo. Nativamente su Ubuntu, è Usplash ad occuparsi di questo. Quest’ultimo è personalizzabile, ma con Splashy possiamo sbizzarrirci molto di più! E a noi piace tanto complicarci la vita per delle frivolezze simili 😉
Splashy è sicuramente più bello e accattivante, ma Uspash resta più affidabile e sicuramente più veloce… quindi non mi senti di consigliarne la sostituzione per chi utilizza computer datati o comunque poco potenti e a chi non piace smanettare.

Allora, per chi avesse deciso di dare un tocco di originalità al BootSplash, per prima cosa procuriamoci Splashy. Quest’ultimo non lo troveremo nei repository ufficiali di Ubuntu, ma è reperibile qui. Una volta scaricata la versione adatta alla nostra architettura, procediamo col rimuovere il meta-pacchetto ubuntu-desktop. Non abbiate timore, in quanto meta-pacchetto, la sua disinstallazione non causerà problemi. Da terminale diamo quindi:

sudo apt-get remove ubuntu-desktop usplash

Come potete notare, anche Usplash è da rimuovere in quanto va in conflitto con Splashy. Alla fine del processo di rimozione, non ci resta che installare il pacchetto .deb pocanzi scaricato con gdebi cliccandoci sopra due volte. Terminata l’installazione, procediamo a crearci una copia di sicurezza del file menu.lst nel caso qualcosa vada storto:

sudo cp /boot/grub/menu.lst /boot/grub/menu.lst.old

così da poterla ripristinare in qualsiasi momento. Passiamo ora ad editare il file menu.lst col nostro editor di testo preferito (nell’esempio userò gedit in quanto uso GNOME):

sudo gedit /boot/grub/menu.lst

individuate la riga (simile a questa) “kernel /vmlinuz root=/dev/hda1 ro quiet splash” relativa al kernel in uso e aggiungetene alla fine “vga=792”. Dovremmo avere questo risultato finale (esempio):

kernel /vmlinuz root=/dev/hda1 ro quiet splash vga=792

Ora, procuriamoci qualche nuovo tema a questo indirizzo oppure direttamente su kde-look. Una volta scaricato il tema, scompattiamolo e copiamo l’intero contenuto nella cartella di Splashy in questo modo:

sudo cp -a ubuntu/ /etc/splashy/themes

e potremmo scegliere il nuovo tema da visualizzare al boot del sistema operativo.

Diremo mai addio al color cacchetta?

domenica, Maggio 3, 2009

question_markI sondaggi parlano chiaro: il look di Ubuntu non piace. Terminata l’installazione del sistema operativo, la prima cosa che fa il 70% degli utenti è cambiare tema e relative icone. Personalmente a me piacciono le “human” e ancor di più le fantastiche “human 02“, ma quel marroncino che avvolge le finestre fa storcere il naso persino me che del look me ne frego ben poco.
Molti speravano in un drastico cambiamento con la 9.04… cambiamento che al dire il vero c’è stato, ma non drastico come lo si sperava! Effettivamente da rinnovare non c’è solo lo schema dei colori. Si sente il bisogno di qualcos’altro di nuovo… ovviamente parlando sempre del WM “ufficiale” di Ubuntu, appunto GNOME. Forse l’ubuntu designer team aspetta proprio la nuova versione di GNOME per dare una svolta a quello che molti definiscono un look “vecchio”, che fa sembrare la nostra cara distro molto meno figa di altri sistemi operativi? -.-‘
Addirittura ci sono voci che confermano la prossima LTS (la 10.04 appunto, che vedrà la luce nell’aprile del 2010) come candidata al lancio del nuovo look. Ovviamente sono solo voci. Per ora non possiamo fare altro che andare qui oppure qui e perdere una buona mezz’ora in cerca della conbinazione che più ci aggrada.

Ubuntu 9.04

venerdì, aprile 24, 2009

E’ stata rilasciata la nuova e fiammante versione della nostra distro preferita: ubuntu 9.04

Come hanno già fatto notare tutti (e subito), il punto di forza di questa nuova versione è la straordinaria velocità di boot, ritenuta da tanti (ma non da me, 38sec per accendersi per me sono più che sufficienti :D) il più evidente punto debole di ubuntu. Io non ho avuto modo di provarla, figuratevi che sono ancora ben ancorato alla mia preziosa LTS, la 8.04 per la precisione! Rimarrà ben salda sul mio hard disk fino alla prossima release LTS, questo è sicuro! Per chi è interessato può ovviamente recarsi qui e scaricare l’immagine .iso del sistema operativo e provarlo, oppure (sconsigliatissimo a mio avviso) dare un bel “sudo apt-get dist-upgrade” nel terminale e attendere un bel pò prima che il processo giunga al termine.

Una volta che abbiate conosciuto il volo, camminerete sulla terra guardando il cielo… (cit)

Amore e seduzione

VirtualBox per la nostra distro.

sabato, aprile 11, 2009

Back to the  Future Guide!

Il modo migliore per crearsi una macchina virtuale è, a mio avviso, usare VirtualBox. Questo potente software ci permette di creare più macchine virtuali sul nostro computer avviabili anche contemporaneamente.

Per chi non lo sapesse, una macchina virtuale è una vera e propria simulazione di un intero computer (virtuale) sul nostro computer (fisico), con tanto di periferiche e sistema operativo. E’ infatti quest’ultimo lo scopo principale dell’uso delle macchine virtuali: il poter avere avviati contemporaneamente più sistemi operativi differenti, eliminando di conseguenza la necessità di riavvio.

Ritornando a noi, VirtualBox è presente in due versioni: la OSE, che sarebbe quella free ed open-source ma con qualche funzione in meno; e quella “normale” che rimane free, è completa  ma è a codice chiuso. Sconsiglio la OSE fondamentalmente per un solo motivo: non ha il supporto per le periferiche USB.
Avrete quindi intuito che installeremo sulla nostra distro un programma closed-source… non farevi prendere dal panico! 🙂

Per prima cosa rechiamoci qui. Chi non vede l’ora di installare e iniziare a smanettare con VirtualBox può facilmente scaricare dal primo elenco in alto il file .deb autoinstallante per la propria architettura (i386 | AMD64; rispettivamente per 32 o 64 bit), cliccarci due volte sopra e sperare che tutte le dipendenze siano soddisfatte per far si che il programma si installi.
Per i veri smanettoni, ma soprattutto per chi desidera avere i repository perfettamente organizzati per avere, appena possibile, sempre la versione più aggiornata del software, bisogna dare un’occhiata un pò più in basso, dove si parla di distribuzioni Debian-based. Troveremo oltre ai repo per Debian Lenny ed Etch (e quello sfigato di Xandros :D), anche quelli relativi alla nostra amata Ubuntu, sia essa Intrepid, Hardy, Gusty e via dicendo. Per riconoscerla basterà leggere il nome alla fine della riga, subito prima della dicitura “non-free“. Individuato il repository che a noi interessa, non dobbiamo fare altro che incollarlo in fondo alla nostra sources.list contenente tutti i repo.
Per fare ciò basterà aprire il terminale e dare:

sudo gedit /etc/apt/sources.list

(sostituire “gedit” col proprio editor di testo preferito, es. per Kubuntu sarà “kate” o “kwrite“), e incollare la riga che ci interessa in fondo al file appena aperto. Salvare e chiudere.
Sempre da terminale scarichiamo e inseriamo la chiave pubblica per i repo appena inseriti:

wget -q http://download.virtualbox.org/virtualbox/debian/sun_vbox.asc -O- | sudo apt-key add -

diamo invio. A questo punto aggiorniamo la lista dei repo con un bel:

sudo apt-get update

e installiamo la nuova versione di VirtualBox con:

sudo apt-get install virtualbox-2.2

Se desideriamo utilizzare una versione precedente ci basterà sostituire “virtualbox-2.2” con “virtualbox-2.1virtualbox-2.0virtualbox” a seconda della versione che vogliamo installare.

IMPORTANTE!!! : prima di effettuare il primo avvio del programma leggere assolutamente a questo link il paragrafo “Primo avvio” altrimenti non sarete in grado di creare macchine virtuali col programma appena installato.

Divertitevi ora a provare qualsiasi sistema operativo senza la necessità di partizionare il vostro hard disk 😉

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Formula 1.

mercoledì, aprile 8, 2009

ferrari-f60

La stagione 2009 per la Formula 1 è iniziata con grandissime novità, dalle nuove vetture (dotate dell’inedito sistema di recupero energetico KERS) alla classifica che non sarà più a punti.

L’innovazione più significativa è proprio l’adozione del KERS.
Il KERS, acronimo di Kinetic Energy Recovery System ossia Sistema Cinetico di Recupero dell’Energia, è un sistema ibrido che recupera l’energia termica che altrimenti verrebbe dissipata durante la fase di decelerazione e frenata e la trasforma in energia meccanica, garantendo così prestazioni del motore più elevate ed un minor consumo di carburante, con la conseguente diminuzione di produzione di anidride carbonica. La FIA ha però imposto dei limiti sul recupero di energia che si otterrà con questo sistema, che non deve superare i 58 kW, mentre l’energia che sarà rilasciata non deve essere maggiore di 400 kJ per giro.

Vediamo come è fatto questo misterioso dispositivo: è molto semplice e consiste di un volano connesso al sistema di trazione da una trasmissione a rapporto variabile che sfrutta dei comuni ingranaggi. Il volano è costituito da fibre di carbonio avvolte attorno ad una struttura in acciaio del peso di 5 kg. Se si sposta il rapporto verso valori alti, allora il sistema accumulerà energia, per valori di rapporto di trasmissione bassi invece l’energia accumulata verrà rilasciata. Sarà introdotta anche una frizione con lo scopo di separare il sistema di trasmissione dal dispositivo nel caso in cui vengano superati i limiti imposti dal regolamento.
Il pilota deciderà quando utilizzare l’energia accumulata da questo sistema, impostando un adeguato setup di esso. Il modo migliore per utilizzare tale energia potrebbe essere all’inizio di un lungo tratto dritto. Questo sistema non dovrebbe avere alcun effetto sui sorpassi ma ciascun pilota può decidere quando utilizzare questa energia aggiuntiva.

Ma ritornando a “spettegolare“, alla Ferrari non sembra girare per il verso giusto. Dove è finita la nostra macchiolina rossa che sfrecciava sui grandi circuiti riuscendo ad aggiudicarsi un posto sul podio e spesso anche il gradino più alto? Si può dire che quest’anno per la Ferrari sia un vero e proprio Flop, se le cose non cambieranno e i maggiori sforzi dovranno essere fatti soprattutto per trovare competitività in breve tempo. I fronti su cui combattere sono almeno due: gomme e diffusori. Per non parlare dell’affidabilità, davvero carente… 😦

Last-FM a pagamento? Chissenefrega…

martedì, aprile 7, 2009

😦 Che brutta notiziaaaa… Last-FM a pagamentooo… che tristezzaaa… ora come faccio ad a scoltare la mia musica preferita?!?! Sono perso… ma no… perso per niente! Ecco una “drastica” soluzione:

musicMe
Sarà anche in francese, ma la possibilità di crearsi una playlist personale (previa registrazione al sito), è una caratteristica che mi piace davvero troppo!

Onestamente, conoscevo ed usavo questa risorsa già da parecchio tempo. Adesso a maggior ragione vi invito ad utilizzare musicMe.

BUON ASCOLTO!

Io c’ero… al My Special Car Show!

martedì, aprile 7, 2009

La grande festa dell’elaborazione e del tuning si è conclusa tra il grande entusiasmo del pubblico e degli organizzatori. Davvero un evento straordinario e inpeccabilmente organizzato. Come potete vedere dalle immagini non sono mancate provocanti girls, personalizzazioni tuning dalle più soft alle più estreme e proposte ufficiali da parte delle Case. Circa 90.000 visitatori hanno letteralmente invaso il quartiere fieristico di Rimini per ammirare le novità delle aziende che operano nel settore, le personalizzazioni estreme di Club e privati, ma anche auto di serie come Alfa Romeo Mito GTA e Ford Focus RS. Fantastica la Lamborghini Gallardo della Polizia di Stato. Numerose durante l’ultima giornata sono state le premiazioni, quasi un centinaio. Tra queste spicca il  riconoscimento al Club monomarca più numeroso che vede come primo classificato il VW Polo Club e secondo lo Z3mendi. Altro premio è per il Club venuto da più lontano vinto dal Palermo Tuning Club, il premio Special Lady vinto da una Mazda RX-7, il Premio Elegant a una BMW Serie 3 E46, e lo Special Oldtimer assegnato ad una Citroen 2CV Furgonette che, sotto la carrozzeria, nasconde i 380 cavalli di una Ferrari F355.

I numerosi giornalisti presenti invece hanno premiato le Top 30, le auto più speciali di My Special Club, fra cui una Volkswagen Golf ultimata il giorno prima dell’apertura e un prototipo completamente ricostruito – e poi aerografato – sulla base di una Peugeot 206. Inoltre, vista l’importanza delle elaborazioni audio, i due raduni Special Pressure Level e Special Sound, giunti alla terza edizione, hanno incendiato il pubblico grazie a dosi massicce di basse frequenze e subwoofer inverosimili, confermando questo evento il punto di riferimento per tutto il settore del car audio a livello nazionale. Ce n’era per tutti i gusti anche sull’area esterna di My Special Car Show, dove si sono svolti i test drive organizzati da Abarth e le esibizioni all’ultimo respiro del team di Mirabilandia e del My Special Drifting Show. Appuntamento al 2010 quindi, con l’ottava edizione di My Special Car Show, dove niente è di serie!